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Acquista R+G è una drammaturgia originale ispirata a Romeo e Giulietta. Il capolavoro di Shakespeare è una fonte inesauribile di spunti e temi che riletti oggi possono raccontare le contraddizioni del nostro tempo. Noi abbiamo scelto di mettere il fuoco sull’inquietudine adolescenziale che porta Romeo e Giulietta a vivere la storia d amore forse più famosa della letteratura e a morire in nome di questo amore dopo soli 4 giorni dal loro primo incontro. I nostri due protagonisti raccontano la condizione di disagio che capita di attraversare a quell’età: la paura di essere sbagliati , il giudizio dei coetanei, i rapporti conflittuali con la famiglia sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati nel nostro spettacolo. Tutto è estremo a quell’età, non ci sono vie di mezzo: si passa da momenti di estrema felicità a periodi di totale perdita di senso. Lo spettacolo ha la forma di un concerto di parole e musica elettronica, per trasmettere allo spettatore tutta l’energia e la vitalità che caratterizza l’adolescenza. Ci sono due foto.. La prima è un panorama notturno. C’è la luna, alta, bianca, luminosa. In basso, un grande buio, si riconoscono solo le forme degli alberi: è un bosco. In fondo si vedono delle piccole luci distanti, forse una cittadina lontana, forse una strada, delle macchine che passano. Nella seconda ci sono due ragazzi., R e G..È un primo piano sui loro volti. Entrambi guardano verso la fotocamera, R dà un bacio sulla guancia a G, che sorride, con i denti scoperti.. Le foto vengono postate alle quattro e quarantasette. Sono le loro ultime due foto. Ora ci sono migliaia di commenti sotto. R e G si sono conosciuti al Maab, un ex capannone in mezzo al nulla riconvertito a locale, che viene affittato per feste, matrimoni, cresime. La festa di Natale è la più attesa dagli studenti perché si incontrano tutte le classi dei paesi vicini e per molti diventa una specie di rito di iniziazione. Quella notte segnerà per sempre le vite dei due protagonisti “nati sotto contraria stella”. R+G è un canto d’amore a due voci, elettrico, poetico, inquieto. Un affondo viscerale nell’animo dei due giovanissimi protagonisti tra la violenza della provincia e la genuinità dell’amore adolescenziale. A condizionare la loro storia saranno anche le famiglie, la scuola, le amicizie e i giudizi della comunità in cui vivono.. R+G è uno spettacolo che inserisce i temi e l’universalità dei grandi classici in un impianto scenico essenziale e contemporaneo, accessibile a ogni tipo di pubblico.

R+G

progetto di Stefano Cordella e Tommaso Fermariello liberamente ispirato a “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare testo Tommaso Fermariello regia Stefano Cordella con Caterina Benevoli e Duccio Zanone sound live e composizioni originali Gianluca Agostini spazio scenico Alberto Nonnato disegno Luci Roberto Raccagni e Niccolò Pozzerle  aiuto regia Alberto Olinteo produzione Teatro Tabile del Veneto - Teatro Nazionale
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foto di Serena Pea

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SPIRITO DEL TEATRO

uno spettacolo scritto da Alex Cendron con le voci del Comitato Teatro Treviso Una performance teatrale itinerante all'interno del teatro Mario Del Monaco. Un viaggio al confine fra realtà, teatro e aldilà, muniti di cuffie wifi per scoprire gli spiriti del teatro. Per sentire ciò che non si può più vedere. Con la guida di unə* attore del Comitato Teatro Treviso e in compagnia dello spirito del conte Tita Rinaldi esplorerete gli spazi e la storia del Teatro Comunale Mario Del Monaco. Dal foyer al graticcio, dal palco alla sartoria, dai camerini al loggione incontrando di volta in volta gli spiriti di chi il teatro l'ha costruito, l'ha vissuto, l'ha distrutto, l'ha amato.   SPIRITO DEL TEATRO di Alex Cendron con Alex Cendron, Ruggero Franceschini e LauraSerena e con le voci del Comitato Teatro Treviso: Angelo Callegarin, Alex Cendron, Irene Curto, Ruggero Franceschini, Giacomo Martini, Francesca Merli, Miriam Russo, Laura Serena, Samantha Silvestri, Davide StravaMarta Vianello
Biglietteria

Il Premio vuole essere un omaggio a un personaggio trevigiano purtroppo poco noto ai più: Giuseppe Maffioli, drammaturgo, regista e attore. (breve biografia artistica). Di origini padovane ma trevigiano nel cuore, “Bepo” Maffioli è stato una figura di spicco nel panorama teatrale non solo locale ma anche nazionale, che lo ha visto recitare al fianco di Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Monica Vitti, Alberto Sordi e tanti altri, diretto da registi del calibro di Ettore Scola e Dino Risi. La sua carriera ha visto però inizio nel Teatro e ha sempre cavalcato parallela alla sua passione per la gastronomia, che lo ha portato a scrivere libri e dirigere rubriche culinarie alla radio e in televisione. Dalla volontà di mantenere vivo il suo ricordo nasce la decisione del Comitato Teatro Treviso di dedicargli questo premio nazionale di drammaturgia, con la speranza che possa scovare e accompagnare in una bella carriera dei nuovi talenti nel panorama teatrale nazionale. Dopo un ricordo di Giuseppe Maffioli, la drammaturgia vincitrice verrà premiata e proposta al pubblico in lettura scenica accompagnata dalle illustrazioni di una visualizer del Treviso Comic Book Festival Elisa Canaglia.

 

Programma della serata:

  • ricordo di Giuseppe Maffioli
  • premiazione della drammaturgia vincitrice
  • lettura scenica della drammaturgia vincitrice accompagnata dalle illustrazioni di Elisa Canaglia

PGBM.23

Premio Giuseppe Bepo Maffioli 2023

Comune di Treviso

Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale

Comitato Teatro Treviso

in collaborazione con 
TBCF - Treviso Comic Book Festival

Approfondisci

Incontro con la compagnia Le Notti de "Dentro Emilia" e Associazione Mimosa, che con noi scambieranno due chiacchiere intrecciando i loro rispettivi percorsi artistici e professionali. A fare da cornice, gli splendidi spazi del CAFFÈ CAFFI, storico locale trevigiano simbolo di storia e bellezza.

Le Notti

Dentro Emiliaindaga la prostituzione lungo la via Emilia e il punto di partenza per la ricerca su campo è stato l’incontro con Via Libera, associazione no proft-apolitica-aconfessionale, che opera dal 2010 a Bologna in aiuto delle persone vittime di tratta e sfruttamento sessuale.

In scena corpi, pochi oggetti, e una telecamera sempre accesa che disegna le scenografie dello spettacolo e in costante legame con la creazione attoriale.

Associazione Mimosa

Dal 1996, Associazione Mimosa ODV promuove l’integrazione sociale delle persone che versano in condizioni di disagio, con particolare riferimento ai fenomeni dell’immigrazione, della prostituzione, alle situazioni di indigenza e svantaggio sociale.

Nel 2008 inizia la collaborazione con Equality Cooperativa Sociale, che affianca alle attività istituzionali l’apporto dei volontari in un’ottica di cittadinanza attiva con iniziative socio-culturali che vanno dalla formazione dei volontari alla sensibilizzazione su tematiche riguardanti i diritti delle persone che si prostituiscono, lo sfruttamento sessuale e gli stereotipi di genere. Dal 2008, Mimosa si occupa anche di progetti di rigenerazione urbana e sociale.

Incontro con l'artista Smirna Kulenovic di "UMWELTS" e Alberto Franceschini, coreografo trevigiano, che con noi scambieranno due chiacchiere intrecciando i loro rispettivi percorsi artistici e professionali. A fare da cornice, gli spazi accoglienti di TOCAI, osteria trevigiana che coniuga la tradizione e l'innovazione.

Smirna Kulenović

Umwelts significa secondo il biologo Jakob von Uexküll un “ambiente” fisico, emotivo e semiotico nel quale un essere umano vive insieme ad un’altra specie. Smirna Kulenovic intraprende un percorso insieme a una pecora lungo le mura di Treviso, durante il quale decidono insieme che spazi osservare e attraversare.

S. Kulenović è un'artista bosniaca multidisciplinare e un'attivista. La sua pratica si focalizza sulle strategie di partecipazione performativa e artistica negli spazi pubblici. Attualmente impegnata come ricercatrice all' Università di arte e design a Linz e artista associata all'Angewandte Innovation Lab in Vienna.

Alberto Franceschini

Alberto ha studiato danza in Italia e in Svizzera ( 1998-2004 ), ha fatto un Master in Coreografia in Pratiche Performative all'UNIARTS di Stoccolma ( 2015-17 ) e dal 2019 studia Psicoterapia in Austria.

 

Tra il 2005 e il 2019 ha lavorato sia come freelance sia per i teatri istituzionali in Austria, Svizzera, Germania e, come membro del Cullberg Ballet, in Svezia. Dal 2011 si è concentrato sulla coreografia. Le sue creazioni hanno un carattere interdisciplinare, con particolare enfasi al lavoro di collaborazione e un occhio di riguardo per i lavori site-specific. Dal 2017 collabora con Elio Gervasi nella Tanz company Gervasi.

Dj Set by Sandro Easy (Ez no problem)

Love for music, grooves, steady drums

presentazione cocktail GEA.22

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LO SPETTACOLO

Chi sono le Gattoparde? Ultime esponenti di una classe nobile (leggi: intellettuale) in via di estinzione, oppure creature multiformi e spudorate, che attraversano i tempi cambiando pelle e pelliccia? Rivoluzionarie o reazionarie? O ancora, forse, figure nuove, alla vigilia di un cambiamento epocale, proiettate verso un futuro più tangibile e necessario delle stelle del Principe di Salina?
In uno spazio scenico essenziale, le drag queen si offriranno alla vista, smaccate ed eccessive, più che mai creature ibride, caratterizzate da una compresenza di segni maschili e femminili, avvolte da canzoni e impegnate in interminabili danze.

Il nostro spettacolo è una grande festa cui è invitato tutto il paese: un ballo lungo tutta una vita e tutta una Storia, un eterno e ciclico presente che non trova sbocchi, la trappola di una bellezza mortale che addormenta le coscienze, una continua rivoluzione mancata.

Questo non è un adattamento del Gattopardo ma un’invenzione, un ragionamento scenico, una follia in forma di teatro. Guardando il nostro passato (nazionale, culturale e personale) e guardando il presente (continuamente risospinto nel passato) cerchiamo un altrove: se non il futuro, la possibilità di immaginarlo. Alla ricerca di uno spettacolo che sia libero, proprio come la Carrà, che si liberò dal giogo della lacca con i suoi famosi colpi di testa.

LE GATTOPARDE


L’ultima festa prima della fine del mondo

uno spettacolo
Nina’s Drag Queens

di e con 
Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò

regia
Ulisse Romanò

drammaturgia collettiva guidata da
Lorenzo Piccolo

costumi
Daniela Cernigliaro

scene
Maria Spazzi

musiche e suono
Gianluca Misiti

luci
Luna Mariotti

assistente ai costumi
Rosa Mariotti

assistente alle scene e realizzazione
Marina Conti

assistente alla regia
Livia Bonetti

sartoria
Daniele Nasca Confezioni

aiuto sarta
Martina Lenci

parrucche
Artimmagine

fonico di palco
Francesco Citterio

illustrazione
Francesco Calcagnini

foto di scena
Valentina Bianchi

produzione
Aparte Soc. Coop. | Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano | Teatro Metastasio di Prato | Emilia Romagna Teatro Fondazione

Si ringrazia
Teatro Fontana, Sorellanza, Matteo Colombo, Maria Giulia Rossi

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Incontro con la compagnia Nina’s Drag Queens de “Le Gattoparde” e Francesca Tacca, organizzatrice di Q.pido – Treviso Equality Festival, che con noi scambieranno due chiacchiere intrecciando i loro rispettivi percorsi artistici e professionali. A fare da cornice, gli splendidi spazi del CAFFÈ CAFFI, storico locale trevigiano simbolo di storia e bellezza.

Nina’s Drag Queens

Le Nina’s sono nate dalla voglia di creare uno spazio colorato di pura libertà espressiva. Negli anni hanno indagato personaggi ed estetica drag attraverso happening e serate di varietà, fino alla costruzione di un proprio inconfondibile stile. Nel percorso di ricerca legato alla riscoperta dei classici teatrali, hanno creato Nina’s Radio Night (2011)Il Giardino delle Ciliegie (2012), DragPennyOpera (2015),  Vedi alla voce Alma (2016), Queen LeaR (2019).

Q.pido

Q.pido – Treviso Equality Festival, la rassegna dedicata alla cultura LGBT+, alla sua quarta edizione, ha messo in calendario per il 2022 sei appuntamenti tra il 13 e il 22 maggio. L’occasione è la Giornata Mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia del 17 maggio. Da quasi un decennio ormai il Coordinamento LGBTE di Treviso propone attività di informazione, prevenzione, lotta alle discriminazioni e promozione dei diritti civili e opera per l’affermazione individuale e collettiva delle persone LGBT+ all’interno della comunità del territorio.
Acquista La restituzione drammatizziAMO è il fruttto del laboratorio di scrittura teatrale drammatizziAMO in cui lə partecipanti hanno lavorato alla stesura di un breve atto unico a due o tre personaggi ambientato a Treviso. Il tema sarà tuttə la gioia e l’amore, sotto qualsiasi forma e accezione, la gioia di vivere, il sesso e il dionisiaco. La restituzione drammatizziAMO è una lettura scenica degli elaborati dellə allievə. Approfondisci

drammatizziAMO

restituzione

Lettura scenica dei testi dellə allievə
a cura di e con Alex Cendron Irene Curto e l’amorevole presenza di Samantha Silvestri
una coproduzione Teatro Stabile Veneto – Teatro Nazionale Comitato Teatro Treviso
 
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Riff Green è un cantante e cantautore italiano. La sua musica spazia dal rock classico al folk acustico con influenze blues e soul.
Acquista La restituzione interpretiAMO è il frutto del processo creativo omonimo: un laboratorio teatrale di creazione di una promenade performance. La restituzione interpretiAMO è uno spettacolo a tappe in giro per la città di cui le stessə partecipanti saranno protagonistə. Scene scritte a partire dalle biografie di donne che hanno lottato per la parità dei diritti. Approfondisci

interpretiAMO

restituzione

una coproduzione Teatro Stabile Veneto – Teatro Nazionale Comitato Teatro Treviso
a cura di e con Laura Serena Angelo Callegarine lə* partecipanti del processo creativo Elio Cecere ORIANA FALLACI – Lettera a un bambino mai nato Rocco Andrea Barone MOANA POZZI – testimonianza da un suo show Anna Brugnera SANTA CATERINA DA SIENA – ispirato a Causa di Beatificazione di Massimo Sgorbani Marina Dosso TINA ANSELMI – 23/06/1992 convegno “Questione morale e società”, Conegliano Angelica Conzon (con Lucia Zago) NADIA COMANECI – monologo scritto da Angelo Callegarin Greta Nola (con Elio Cecere) ELEONORA DUSE – ispirato a Casa di bambola di H. Ibsen Lucia Zago ANNA POLITKOVSKAJA – ispirato a Donna non rieducabile di Stefano Massini Miriam Agnese Cremona DONATELLA RETTORE – monologo di Angelo Callegarin e Laura Serena
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l Premio vuole essere un omaggio a un personaggio trevigiano purtroppo poco noto ai più: Giuseppe Maffioli, drammaturgo, regista e attore. (breve biografia artistica). Di origini padovane ma trevigiano nel cuore, “Bepo” Maffioli è stato una figura di spicco nel panorama teatrale non solo locale ma anche nazionale, che lo ha visto recitare al fianco di Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Monica Vitti, Alberto Sordi e tanti altri, diretto da registi del calibro di Ettore Scola e Dino Risi. La sua carriera ha visto però inizio nel Teatro e ha sempre cavalcato parallela alla sua passione per la gastronomia, che lo ha portato a scrivere libri e dirigere rubriche culinarie alla radio e in televisione. Dalla volontà di mantenere vivo il suo ricordo nasce la decisione del Comitato Teatro Treviso di dedicargli questo nuovo premio cittadino, con la speranza che possa scovare e accompagnare in una bella carriera dei nuovi talenti nel panorama teatrale nazionale. Programma della serata:
  • ricordo di Giuseppe Maffioli
  • premiazione della drammaturgia vincitrice
  • lettura scenica di "È arrivato Cupido" di Diana Höbel

PGBM.23

Premio Giuseppe Bepo Maffioli 2023 Comune di Treviso Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale Comitato Teatro Treviso Approfondisci
massimo 8 persone alla volta - consigliabile indossare scarpe comode

SPIRITO DEL TEATRO

uno spettacolo scritto da Alex Cendron con le voci del Comitato Teatro Treviso Una performance teatrale itinerante all'interno del teatro Mario Del Monaco. Un viaggio al confine fra realtà, teatro e aldilà, muniti di cuffie wifi per scoprire gli spiriti del teatro. Per sentire ciò che non si può più vedere. Con la guida di unə* attore del Comitato Teatro Treviso e in compagnia dello spirito del conte Tita Rinaldi esplorerete gli spazi e la storia del Teatro Comunale Mario Del Monaco. Dal foyer al graticcio, dal palco alla sartoria, dai camerini al loggione incontrando di volta in volta gli spiriti di chi il teatro l'ha costruito, l'ha vissuto, l'ha distrutto, l'ha amato.   SPIRITO DEL TEATRO testo e regia Alex Cendron con Angelo Callegarin, Alex Cendron, Irene Curto, Ruggero Franceschini, Giacomo Martini, Francesca Merli, Miriam Russo, Laura Serena, Samantha Silvestri, Davide StravaMarta Vianello

Incontro con l'attrice Marta Cuscunà de "Il canto della caduta" e lə membrə del collettivo Non Una Di Meno che con noi scambieranno due chiacchiere intrecciando i loro rispettivi percorsi artistici e professionali. A fare da cornice, gli splendidi spazi del CAFFÈ CAFFI, storico locale trevigiano simbolo di storia e bellezza.

Marta Cuscunà

Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale. Nella suo percorso artistico incontra grandi maestri del teatro contemporaneo internazionale: Joan Baixas, José Sanchis Sinisterra, Christian Burgess e molti altri. Due volte finalista premio Ubu come migliore attrice, vince numerosi premi nel corso degli anni, ultimo il Premio Hystrio - Altre Muse nel 2019.
Nella sua ricerca unisce l’attivismo alla drammaturgia per figure. Ne Il canto della caduta unisce l’immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per manovrare i pupazzi. 

Non Una Di Meno

Non Una di Meno è un collettivo transfemminista transnazionale. A Treviso il gruppo nasce dall'incontro di numerose attivistə spintə dalla volontà di dare spazio e voce alle numerose mobilitazioni e rivendicazioni di donne e persone LGBT+.
Violenza di genere, accesso al welfare, ecotransfemminismo, decolonialità, privilegio, sfruttamento nei luoghi di lavoro: questi e molti altri sono i temi di cui il collettivo si occupa da sempre. Cavalleresse del gender in lotta contro la tossicità del patriarcato e del capitale!

Incontro con il regista Matteo Spiazzi e l'associazione integrART, amichə del Comitato Teatro Treviso, che con noi scambieranno due chiacchiere, presentandoci i loro progetti attuali e sul territorio. A fare da cornice, gli splendidi spazi del CAFFÈ CAFFI, storico locale trevigiano simbolo di storia e bellezza.

 

Matteo Spiazzi

Matteo Spiazzi ( Verona, 1987 ) si è diplomato come attore all'Accademia Nico Pepe di Udine nel 2010. Ha lavorato come regista, pedagogo e organizzatore di eventi in Italia, Austria, Bielorussia, Repubblica Ceca, Ecuador, Estonia, Lituania, Slovenia, Polonia, Ucraina e Russia.

In occasione di questo ciacoliAMO ci presenterà Stage4ukraine: iniziativa che prevede l’accoglienza di studenti provenienti dalle Accademie d’arte drammatica ucraine offrendo loro l’opportunità di continuare gli studi, grazie alla collaborazione di alcune tra le maggiori Accademie d’arte drammatica Italiane. Ad oggi il progetto coinvolge una cinquantina di studenti.

IntegrART

IntegrART è un’associazione di promozione sociale che si occupa di inclusione sociale dei richiedenti asilo, rifugiati e migranti attraverso l’arte.

In occasione di questo CiacoliAMO ci parlerà dei progetti in corso nel 2022 tra i quali “La mappa della nostalgia” al Mother Tongues Festival a Dublino (Irlanda) e il progetto “Limit of your Safe Space” dell’artista giapponese Shinpei Takeda, creato insieme ad alcuni richiedenti asilo provenienti da diversi paesi e ai veterani americani di guerra.

Incontro con lə* membrə del CTT - Comitato Teatro Treviso e Michela Russo, dottoressa di ricerca in filosofia teoretica e politica, esperta di questioni relative alla costruzione dell'identità e diversità di genere, all'eteronormatività e alla narrativa queer, al femminismo, al patriarcato e al machismo. Scambieremo due chiacchiere a partire dallo spettacolo TELENOVELA presentato in prima assoluta al Teatro Mario Del Monaco di Treviso dall'8 al 10 luglio.
A fare da cornice, gli splendidi spazi del CAFFÈ CAFFI, storico locale trevigiano simbolo di storia e bellezza.

Comitato Teatro Treviso

Il CTT - Comitato Teatro Treviso  è un gruppo di 11 giovani professionistə dello spettacolo natə a Treviso, ideatore ed organizzatore del "GIOIOSAETAMOROSA - Treviso Contemporary Theater Festival".

L’avere un piede dentro e un piede fuori dalla città, l’essere in contatto vivo e fattivo con la realtà artistica nazionale (e internazionale) spinge il C.T.T. a condividere i propri percorsi con la gente della città: come sentinelle che tornano dal loro perlustrare, sommano le loro voci (anche a chi già lo diceva) per raccontare che ...

“C’è una città di Treviso ancora più bella, viva e vitale,
va costruita e abbellita assieme, noi l’abbiamo vista”

Michela Russo

Michela Russo è dottoressa di ricerca in filosofia teoretica e politica e in studi ispanici. Attualmente vive negli Stati Uniti, insegna nel dipartimento di Lingue e Letterature Romanze (RLL) dell’Università del Michigan (Ann Arbor), in cui è membro fondatore del Gender Diversity Committee , un comitato per la diversità di genere che garantisce programmi di studio progettati per rispettare al meglio le identità di tuttə (linguaggio inclusivo, pronomi neutri e non binari).

Nei suoi corsi, tra le altre cose si occupa di riflettere sulla possibilità di istituire e analizzare quello che possiamo chiamare uno “sguardo queer” nelle rappresentazioni visive e performatiche: una narrativa capace di costruire i personaggi in modo non necessariamente binario che soppianti la rigida divisione tra maschile e femminile a favore di una maggiore fluidità tra i generi.

 

Acquista Oggi si utilizza spesso la parola “patriarcato” in riferimento ad alcune dinamiche relazionali e sociali secondo le quali l’uomo ha assunto, spesso con la forza, un potere superiore alla donna, e per spiegare molti problemi e ingiustizie della società contemporanea, non solo Occidentale. Il termine patriarcato si riferisce a un sistema storico-sociale eretto nel corso degli ultimi millenni, creato col passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, dalla caccia/raccolta alla coltivazione/allevamento, che produsse un surplus di risorse. Nel corso dei secoli, la gestione di queste risorse fu sempre riservata a chi possedeva il monopolio della violenza, della forza di tipo muscolare, per la quale gli uomini risultarono in vantaggio. Le donne furono relegate alla cura della prole; la loro sessualità e capacità riproduttiva divennero un oggetto di scambio per gli uomini, che si appropriarono di loro come della terra dei nemici. Col passare dei millenni, questa gerarchia si è cristallizzata, rendendo le donne merce umana, e facendo disimparare agli uomini la cura. Infatti, i soggetti più deboli come bambini e anziani venivano affidati quasi esclusivamente alle attenzioni femminili: molte professioni storicamente si basano su questo principio, basti pensare alle professioni di infermiera o maestra ad esempio. In questo senso, le vittime del patriarcato siamo tutti e tutte, essendo esso un sistema di gerarchia dove chi è più violento ha il potere e dove la cura è sintomo di debolezza. Un sistema piramidale, competitivo, non collaborativo, nel quale un uomo che eserciti la gentilezza e la non resistenza, mettendo in campo un’energia di accoglienza, non trova posto. Questa è storia. Fredda, oggettiva, lontana. Ma cosa significa per noi oggi? Qual è la manifestazione concreta di queste dinamiche tra sessi e generi diversi? Come si sono declinate nelle nostre città, nel passato recente? Come sono percepite da chi le vive oggi? Qual è l’orizzonte che si prospetta? Analizzando e riscoprendo da dove veniamo, possiamo tracciare un disegno del futuro che ci attende? Partendo da queste domande, il Comitato Teatro Treviso, in coproduzione con il Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale e con il coinvolgimento del drammaturgo Ricc-ardo Favaro, ha intrapreso un processo creativo che ha portato allo spettacolo Telenovela, che verrà in anteprima al Teatro Mario Del Monaco durante il festival GEA.22. Approfondisci

TELENOVELA

testo Riccardo Favaro con Angelo Callegarin, Alex Cendron, Irene Curto, Ruggero Franceschini, Giacomo Martini, Miriam Russo, Laura Serena, Samantha Silvestri regia Ruggero Franceschini, Francesca Merli, Davide Strava assistente alla regia Enrico Frisoni costumi Francesca De Santis light design Paolo Pollo Rodighiero sound design Giacomo Benvenuto e Marco PapparottoI Fidanzati della Morte assistente costumista Alice Manente responsabile di produzione Marta Vianello co-produzione di Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale | Comitato Teatro Treviso con il supporto di Kaliscopio Teatro Officina | Binario 1 Acquista
Acquista Oggi si utilizza spesso la parola “patriarcato” in riferimento ad alcune dinamiche relazionali e sociali secondo le quali l’uomo ha assunto, spesso con la forza, un potere superiore alla donna, e per spiegare molti problemi e ingiustizie della società contemporanea, non solo Occidentale. Il termine patriarcato si riferisce a un sistema storico-sociale eretto nel corso degli ultimi millenni, creato col passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, dalla caccia/raccolta alla coltivazione/allevamento, che produsse un surplus di risorse. Nel corso dei secoli, la gestione di queste risorse fu sempre riservata a chi possedeva il monopolio della violenza, della forza di tipo muscolare, per la quale gli uomini risultarono in vantaggio. Le donne furono relegate alla cura della prole; la loro sessualità e capacità riproduttiva divennero un oggetto di scambio per gli uomini, che si appropriarono di loro come della terra dei nemici. Col passare dei millenni, questa gerarchia si è cristallizzata, rendendo le donne merce umana, e facendo disimparare agli uomini la cura. Infatti, i soggetti più deboli come bambini e anziani venivano affidati quasi esclusivamente alle attenzioni femminili: molte professioni storicamente si basano su questo principio, basti pensare alle professioni di infermiera o maestra ad esempio. In questo senso, le vittime del patriarcato siamo tutti e tutte, essendo esso un sistema di gerarchia dove chi è più violento ha il potere e dove la cura è sintomo di debolezza. Un sistema piramidale, competitivo, non collaborativo, nel quale un uomo che eserciti la gentilezza e la non resistenza, mettendo in campo un’energia di accoglienza, non trova posto. Questa è storia. Fredda, oggettiva, lontana. Ma cosa significa per noi oggi? Qual è la manifestazione concreta di queste dinamiche tra sessi e generi diversi? Come si sono declinate nelle nostre città, nel passato recente? Come sono percepite da chi le vive oggi? Qual è l’orizzonte che si prospetta? Analizzando e riscoprendo da dove veniamo, possiamo tracciare un disegno del futuro che ci attende? Partendo da queste domande, il Comitato Teatro Treviso, in coproduzione con il Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale e con il coinvolgimento del drammaturgo Ricc-ardo Favaro, ha intrapreso un processo creativo che ha portato allo spettacolo Telenovela, che verrà in anteprima al Teatro Mario Del Monaco durante il festival GEA.22. Approfondisci

TELENOVELA

testo Riccardo Favaro con Angelo Callegarin, Alex Cendron, Irene Curto, Ruggero Franceschini, Giacomo Martini, Miriam Russo, Laura Serena, Samantha Silvestri regia Ruggero Franceschini, Francesca Merli, Davide Strava assistente alla regia Enrico Frisoni costumi Francesca De Santis light design Paolo Pollo Rodighiero sound design Giacomo Benvenuto e Marco PapparottoI Fidanzati della Morte assistente costumista Alice Manente responsabile di produzione Marta Vianello co-produzione di Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale | Comitato Teatro Treviso con il supporto di Kaliscopio Teatro Officina | Binario 1 Acquista
Acquista Oggi si utilizza spesso la parola “patriarcato” in riferimento ad alcune dinamiche relazionali e sociali secondo le quali l’uomo ha assunto, spesso con la forza, un potere superiore alla donna, e per spiegare molti problemi e ingiustizie della società contemporanea, non solo Occidentale. Il termine patriarcato si riferisce a un sistema storico-sociale eretto nel corso degli ultimi millenni, creato col passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, dalla caccia/raccolta alla coltivazione/allevamento, che produsse un surplus di risorse. Nel corso dei secoli, la gestione di queste risorse fu sempre riservata a chi possedeva il monopolio della violenza, della forza di tipo muscolare, per la quale gli uomini risultarono in vantaggio. Le donne furono relegate alla cura della prole; la loro sessualità e capacità riproduttiva divennero un oggetto di scambio per gli uomini, che si appropriarono di loro come della terra dei nemici. Col passare dei millenni, questa gerarchia si è cristallizzata, rendendo le donne merce umana, e facendo disimparare agli uomini la cura. Infatti, i soggetti più deboli come bambini e anziani venivano affidati quasi esclusivamente alle attenzioni femminili: molte professioni storicamente si basano su questo principio, basti pensare alle professioni di infermiera o maestra ad esempio. In questo senso, le vittime del patriarcato siamo tutti e tutte, essendo esso un sistema di gerarchia dove chi è più violento ha il potere e dove la cura è sintomo di debolezza. Un sistema piramidale, competitivo, non collaborativo, nel quale un uomo che eserciti la gentilezza e la non resistenza, mettendo in campo un’energia di accoglienza, non trova posto. Questa è storia. Fredda, oggettiva, lontana. Ma cosa significa per noi oggi? Qual è la manifestazione concreta di queste dinamiche tra sessi e generi diversi? Come si sono declinate nelle nostre città, nel passato recente? Come sono percepite da chi le vive oggi? Qual è l’orizzonte che si prospetta? Analizzando e riscoprendo da dove veniamo, possiamo tracciare un disegno del futuro che ci attende? Partendo da queste domande, il Comitato Teatro Treviso, in coproduzione con il Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale e con il coinvolgimento del drammaturgo Ricc-ardo Favaro, ha intrapreso un processo creativo che ha portato allo spettacolo Telenovela, che verrà in anteprima al Teatro Mario Del Monaco durante il festival GEA.22. Approfondisci

TELENOVELA

testo Riccardo Favaro con Angelo Callegarin, Alex Cendron, Irene Curto, Ruggero Franceschini, Giacomo Martini, Miriam Russo, Laura Serena, Samantha Silvestri regia Ruggero Franceschini, Francesca Merli, Davide Strava assistente alla regia Enrico Frisoni costumi Francesca De Santis light design Paolo Pollo Rodighiero sound design Giacomo Benvenuto e Marco PapparottoI Fidanzati della Morte assistente costumista Alice Manente responsabile di produzione Marta Vianello co-produzione di Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale | Comitato Teatro Treviso con il supporto di Kaliscopio Teatro Officina | Binario 1 Acquista

esploriAMO 2021

Approfondisci  

Incontro del pubblico con la compagnia Maniaci d'Amore autori ed interpreti dello spettacolo SIEDE LA TERRA.

Al nostro fianco lə* giovani partecipanti del processo creativo commentiAMO.

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Siede la terra è uno studio corrosivo sui meccanismi velenosi dei piccoli paesi, sul violento maschilismo e razzismo che li guida ma soprattutto su chi conduce la narrazione di un luogo e dunque su chi ne detiene il potere. A incarnare questa figura è Clarice, l’impietosa pettegola dell’immaginario paese di Sciazzusazzu di Sopra, talmente abile nel manipolare le notizie da riuscire a salvare sua figlia Teresa da tutte le - fondate - dicerie che girano sul suo conto.  Un giorno infatti su un muro appare una frase ingiuriosa intorno alla giovane: la madre riuscirà a spostare l’attenzione su un'omonima ragazza del paese, decretandone l’infelicità, pur di allontanare ogni sospetto da Teresa. Siede la terra è un lavoro profondamente contemporaneo che, in maniera sottile, si interroga sulle logiche spietate della gogna pubblica ma anche sul corpo della donna, spesso oggetto di narrazioni subite, e sull’invenzione strumentale dello straniero, del diverso e dell’untore.

Mischiando teatro di narrazione, riflessione sociologiche, teatro dell’assurdo e immaginario pop, i Maniaci d’Amore firmano un’altra drammaturgia irriverente e coraggiosa, un pamphlet contro le dinamiche tossiche del villaggio: non una galleria degli orrori bensì un comico inno d’amore, un’elegia in forma di accusa. Perché, malgrado l’insofferenza, l’indignazione e a volte la vergogna, noi apparteniamo a queste comunità. Non solo i nostri vulnerabili corpi, ma anche i nostri cuori poggiano qui, dove siede la terra.

SIEDE LA TERRA

regia
Francesco d’Amore
Luciana Maniaci

drammaturgia
Francesco d’Amore
Luciana Maniaci

con
Francesco d’Amore
Luciana Maniaci

scene e costumi
Francesca Marsella

luci
Alex Nesti

si ringraziano
Tommaso Bianco
Maurizio Sguotti

foto di scena
Luca Del Pia

una produzione
MANIACI D'AMORE
Kronoteatro

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Acquista A. e A. hanno 15 e 17 anni: sono una ragazza e un ragazzo come tanti, vivono le proprie vite dividendosi tra la scuola, una comune passione per la musica, lo sport e tutto il resto. Sono pieni di sogni, incertezze, dubbi e aspirazioni. E non hanno ancora fatto l’amore. In classe invece non si parla d’altro; i compagni raccontano di imprese eroiche, sembrano esperti e sicuri di sé, pare conoscano a menadito ogni dettaglio di quello che succede sotto le lenzuola. Ma dove hanno imparato, si chiedono A. e A.? A casa è quasi impossibile affrontare l’argomento, a scuola si parla solo di malattie e gravidanze indesiderate. Ma cos’è allora, veramente, il sesso tra due persone? È quello che ogni tanto A. e A. hanno intravisto nei video pornografici, sul telefono di qualcuno all’ora di educazione fisica o nel cortile dopo scuola? Bisognerà davvero fare quelle cose assurde, quando si rimane soli in una stanza? Ed essere così “giusti” sotto le magliette, così perfetti, così pronti negli occhi e nelle parole? Ma poi quali parole, quali dire? A+A. Storia di una prima volta è il viaggio di due adolescenti alla scoperta dell’intimità, in cui destreggiarsi tra falsi miti, paure e ansie da prestazione, per giungere insieme a qualcosa di nuovo e inaspettato. Perché ogni prima volta è un evento unico e irripetibile. È la prima volta.

A + A  Storia di una prima volta

ideazione, regia, costumi Giuliano Scarpinato drammaturgia Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori con Emanuele Del Castillo Beatrice Casiroli scene Diana Ciufo luci, suono Giacomo Agnifili dance dramaturg Gaia Clotilde Chernetich assistente ai movimenti di scena Giulia Bean video Stefano Bergomas Marco Falanga direttore di scena Mauro Fontana foto di scena Daniele Fona una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con il sostegno di Istituto Italiano di Cultura - Parigi in collaborazione con COOP Alleanza 3.0 Acquista
processo creativo

restituzione incrociAMO 2021

Lettura scenica

a cura di e con
Alex Cendron
Irene Curto
Davide Strava

Lettura scenica degli atti unici scritti dallə* allievə del processo creativo incrociAMO (drammatizziAMO).

Incontro del pubblico con Giuliano Scarpinato,il regista dello spettacolo A+A Storia di una prima volta.

Al nostro fianco lə* giovani partecipanti del processo creativo commentiAMO.

Acquista TOMATO SOAP porta in scena la violenza di genere raccontando la storia di un uomo e una donna. Seguiamo le vicende di Gianni e Gilda dal loro primo incontro, l’innamoramento, la costruzione di una vita insieme, fino a diventare testimoni muti dell’incrinarsi del rapporto e della prepotenza con cui la violenza ne diventa protagonista. Gianni e Gilda sono due pupazzi di gommapiuma a grandezza umana, marionnettes portés, manipolati a vista dai due performers. Ma la storia dei pupazzi è anche il gioco della coppia di attori-manipolatori, che sotto gli occhi del pubblico scambiano le carte, invertendo i ruoli: è infatti l’attrice a fare l’uomo e l’attore a fare la donna. A dispetto della gravità del contenuto, TOMATO SOAP utilizza un linguaggio lieve, visuale, ironico, muto, accompagnandoci al limite della risata, là dove la tragedia diventa grottesco.

TOMATO SOAP Teatronovela sulla violenza di genere in un’unica puntata

creazione originale Manimotó regia Lydie Le Doeuff con Ariela Maggi Giulio Canestrelli sonoro IOSONOUNCANE disegno luci Matteo Pozzobon costruzione pupazzi Ariela Maggi Giulio Canestrelli coaching manipolazione pupazzi Monica Varela Couto foto di scena Roberto Mezzano una produzione Manimotó Questa nave Acquista
partyAMO

POESIE LIBERTINE

Festa finale tra parole e musica

“Me lambicco el cervello zorno e notte
per far sonetti grassi e buttirosi
per divertir le donne e i so morosi
ma mi fazzo sonetti e i altri fotte.”

Una festa finale tra parole e musica, in cui i membrə* del Comitato Teatro Treviso, accompagnati dalle musiche eseguite dal maestro Massimo scattolin, daranno voce alle composizioni erotiche e goliardiche di Giorgio Baffo, poeta veneziano vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, celebre per sonetti, canzoni e madrigali licenziosi.

Incontro del pubblico con lə* artistə della compagnia Manimotó. Al nostro fianco lə giovani partecipanti del processo creativo commentiAMO.

processo creativo

restituzione sogniAMO 2021

Spettacolo di teatro partecipato

a cura di
Francesca Merli

con
Angelo Callegarin
Samantha Silvestri
Laura Serena

e lə* partecipanti al processo creativo

per l’infanzia
Giovanni Simioni

per l’adolescenza
Benny Gervalla
Carola Buosi

per l’età adulta
Abubacarr Gibba
Andrew Oguamelu
Alessio Vanin
Jelena Zivkovic
per la terza età
Sergio De Pieri

"La verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni."
Pier Paolo Pasolini

Come gli antropologi Jean e Francois Duvignaud e Jean-Pierre Corbeau, che con il loro libro “La banca dei sogni” hanno raccolto quasi 1000 sogni in tutta la Francia, il laboratorio sogniAMO ha cercato, attraverso la propria indagine teatrale, di raccogliere i sogni e le esperienze oniriche degli abitanti di un luogo, tracciando poi uno spaccato o meglio, una “società del sogno” unico; sogniAMO si struttura come un laboratorio/spettacolo dove il concept è lo stesso in ogni città, mentre la performance finale varia sempre, ed è il risultato degli incontri e delle interviste fatte in loco, in questo caso a Treviso.

Il processo creativo sogniAMO è stato condotto dalla regista Francesca Merli e dagli attori Laura Serena, Angelo Callegarin e Samantha Silvestri a cura del Comitato Teatro Treviso. Iniziativa del Concorso di idee “SediciTrenta 2021” promosso dal Comune di Treviso, Assessorato Partecipazione e Istruzione e da Progetto Giovani Treviso.

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La piccola “e” rovesciata “ə” che incontrerete in questo sito si chiama “schwa”. Rappresenta il nostro tentativo di usare un linguaggio che non discrimini per genere, maschile e femminile, per favorire la costruzione di un clima di convivenza delle differenze. Una piccola proposta che permetta di parlare a tutte e tutti, cioè a tuttə, senza escludere nessunə.

Approfondisci

ciacoliamo gea.21

GIOIOSAETAMOROSA

Incontro con il Comitato Teatro Treviso
"Vogliamo che il Teatro venga vissuto come un luogo dove soprattutto si celebrino e si festeggino la vita, l’amore e la gioia."
Concepiamo il nostro Festival come una festa che rivitalizzi e travolga Treviso, come un momento di aggregazione e di inclusione dove i cittadini e le cittadine, sono coinvolti attivamente in laboratori aperti a tutte e a tutti, processi creativi, incontri dellə artistə* ospiti con il pubblico, spettacoli e performance itineranti. In questo modo il divario tra artistə e pubblico viene assottigliato, generando nuove relazioni, condivisioni e comunità.

Comitato Teatro Treviso Siamo un gruppo di giovani professionistə dello spettacolo natə a Treviso. Il gruppo si è coagulato in una chiamata spontanea e collettiva, in un tam tam che ci ha portatə a incontrarci, conoscerci, condividendo idee, speranze, sogni e problemi che caratterizzano lə artist†ə che a Treviso sono natə ma che spesso da Treviso sono costrettə ad allontanarsi per poter dare concretezza alla propria arte. L’avere un piede dentro e un piede fuori dalla città, l’essere in contatto vivo e fattivo con la realtà artistica nazionale (e internazionale) ci ha spintə a desiderare di fare qualcosa di più per condividere i propri percorsi con la gente della città: come sentinelle che tornano dal loro perlustrare, sommiamo le nostre voci (anche a chi già lo diceva) per raccontare che c'è una citta di Treviso ancora più bella, viva e vitale: va costruita e abbellita, noi l'abbiamo vista.

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La piccola “e” rovesciata “ə” che incontrerete in questo sito si chiama “schwa”. Rappresenta il nostro tentativo di usare un linguaggio che non discrimini per genere, maschile e femminile, per favorire la costruzione di un clima di convivenza delle differenze. Una piccola proposta che permetta di parlare a tutte e tutti, cioè a tuttə, senza escludere nessunə. Approfondisci
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Dire, fare, baciare teatro

Incontro con Mirko Artuso
“Una partita a scacchi con la creatività. Una chiacchierata che ci porterà a riflettere sul nostro lavoro di artisti e le nuove prospettive. È evidente più che mai che ci viene chiesto di cambiare radicalmente. Ora sta a noi evitare di perdere le radici profonde del teatro e ritrovarci nella comunità che raccontiamo con le nostre opere.”
Cosa vuol dire, oggi, essere operatori culturali sul territorio? Come si instaura il rapporto con le persone che questo territorio lo abitano, lo vivono? Qual è il senso del teatro nella nostra comunità, oggi?

Mirko Artuso, attore e regista e illustratore, dal 2013 è direttore artistico e organizzativo del Teatro del Pane di Villorba (TV). Ha ideato la rassegna LA GIUSTA DISTANZA nel piccolo borgo disabitato di Stramare in provincia di Treviso, dove vive.

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Potere (e) amore

Un incontrodialogo con Giuliana Musso sul tema dell'amore e del potere
"Il teatro dei sentimenti umani è una forma di teatro politico.”
L’amore è un bisogno primario umano di relazione affettiva, di etica della cura e della gratuità. Cosa accade quando l’amore si intreccia con il sistema della dominanza? Nel grande sistema e nel micro sistema dell’essere umano, quale amore è possibile, quale amore è concesso?

Giuliana Musso, autrice teatrale, regista e attrice. Festeggia quest'anno 20 anni di attività nel teatro di narrazione e d'indagine.  Premio della Critica, Premio Hystrio per la drammaturgia, Premio Cassino Off, i suoi testi sono pubblicati e tradotti in varie lingue. Gli ultimi 3 titoli del suo repertorio (La fabbrica dei preti, Mio eroe, Dentro) sono in uscita nella Collana Teatro di Scalpendi Editore.

Acquista Pietre nere scarnifica e centrifuga la nostra idea di casa. Il nostro modo di abitare. Di costruire. Di occupare un luogo. Pietre nere è casa in tutte le sue infinite declinazioni. Personali e sociali. Intime e pubbliche. Case di ieri, di oggi, di domani. Case di pietra e case volanti. Case mondo e mondo come casa. È dall'interno di una casa che abitiamo il mondo. Casa è intimità e separazione. È cura di sé e luogo di molteplici fratture e divisioni. Casa è incarnazione della separazione tra urbano e naturale. Casa è il nostro corpo. Sono i nostri vestiti. È la persona amata. È un affetto. Una città, un quartiere. Casa è il luogo in cui siamo cresciuti. Casa è un oggetto, una foto, una lettera, un profilo su un social network. Pietre Nere è lo spettacolo risultato dell’indagine condotta sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, progetto vincitore del Bando Art Waves di Compagnia San Paolo. Per la creazione di Casa mondo invitiamo cinque artisti alla creazione di un’opera. A ciascuno di loro chiediamo di scegliere uno dei luoghi di indagine affinché sulla base della conoscenza e dell'incontro ne restituisca un'opera artistica.

PIETRE NERE

di Enrico Castellani e Valeria Raimondi con la collaborazione artistica di Francesco Alberici con Francesco Alberici, Enrico Castellani e Valeria Raimondi  e con Orlando Castellani direzione tecnica Luca Scotton produzione Babilonia Teatri e La Corte Ospitale coproduzione Operaestate Festival Veneto con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con Rete Patric e AstiTeatro si ringraziano Daniele Costa, Nadia Pillon, Elisa Pregnolato, Jonel Zanato, Annalisa Zegna, Stefano Masotti, Marco Pesce, Francesco Speri
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foto di Elisa Pregnolato

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Acquista Via del Popolo, un tratto di strada di una cittadina del Sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema... Due uomini percorrono via del Popolo, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega 2 minuti per percorrere 200 metri, il secondo 30 minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali. A cu appartènisi, chiedevano i vecchi paesani, a chi appartieni? E dalla tua risposta ricavavano le informazioni essenziali sulla tua identità. Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere.

VIA DEL POPO

di e con Saverio La Ruina dsegno luci Dario De Luca collaborazione alla regia Cecilia Foti audio e luci Mario Giordano allestimento Giovanni Spina dipinto Riccardo De Leo amministrazione Tiziana Covello produzione Scena Verticale organizzazione generale Settimio Pisano
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VIA-DEL-POPOLO-foto-di-Carlo-Maradei-01
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foto di Carlo Maradei e Angelo Maggio

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Acquista In una piccola cittadina di provincia, banale, come tante altre, i protagonisti Bobby & Amy, sono due personaggi fuori dal comune, emarginati, complicati, sensibili. Sembrano deboli ma non lo sono. A modo loro reagiscono ai soprusi e alle sfide che la vita gli pone davanti. Entrambi emarginati:Bobby non riesce a sviluppare interazioni sociali, Amy si è chiusa in se stessa dopo la morte del padre. Queste due solitudini sono destinate ad incontrarsi e quando si uniranno per aiutare un contadino nel suo lavoro, la vita in due diventerà un po’ più facile. “Bobby & Amy” è uno spettacolo che parla di amicizia, forse d’amore, ma soprattutto di quello che succede quando il nostro modo di vivere è minacciato da chi non lo capisce. L’Opera ha vinto nel 2019 The Scotsman Fringe First Awards. NOTE DI REGIA Siamo alla fine degli anni Novanta: Take That, Tamagotchi e caramelle alla frutta. Quando Bobby & Amy, entrambi di 13 anni, si incontrano, centinaia di mucche punteggiano i campi e il sole splende sempre ma quando l'afta epizootica colpisce le comunità agricole nell'Inghilterra rurale, le mucche iniziano a morire e la sonnolenta città di Cotswold deve affrontare una catastrofe che cambierà la loro vita per sempre. Due attori interpretano il colorato mix di personaggi - esattamente 18 – della cittadina di provincia, trasformando la banale realtà quotidiana in un paesaggio onirico, poetico e nostalgico. Dal proprietario di un bar al farmacista, dai genitori ai bulli della scuola. Un affresco di vite e storie che gravitano attorno ai due protagonisti Bobby & Amy. Entrambi emarginati; Bobby non riesce a sviluppare interazioni sociali, Amy si è chiusa in sé stessa dopo la morte del padre. Queste due solitudini son destinate ad incontrarsi e quando si uniranno per aiutare un contadino nel suo lavoro, la vita in due diventerà un po’ più facile. Bobby & Amy parla di amicizia, forse d’amore ma soprattutto di quello che succede quando il nostro modo di vivere è minacciato da chi non lo capisce.

Silvio Peroni

BOBBY & AMY

testo Emily Jenkins regia Silvio Peroni con Mauro Lamantia e Margherita Varricchio produzione KHORA.TEATRO e COMPAGNIA MAURI STURNO
BOBBY-&-AMY-foto-02
BOBBY-&-AMY-foto-01
BOBBY-&-AMY-foto-03
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Acquista Il canto della caduta parla di un “tempo più antico del tempo” e di un regno pacifico in cui la guida del popolo era compito femminile. Poi arrivò un re straniero e fu l'inizio di una nuova epoca del dominio e della spada. Il Regno perduto di Fanes è il canto nero della caduta dell’umanità nell'orrore della guerra. La scena iniziale è la scena della fine: un campo di battaglia.La guerra non si vede mai sulla scena. Eppure c'è, restituita al pubblico dal punto di vista degli unici personaggi che ne traggono sempre vantaggio: i corvi. I corvi prendono le parti del coro, descrivono la battaglia, indugiano con meraviglia sul lato ostinato degli uomini nel darsi morte fino al culmine della carneficina. Non esiste popolo che non abbia un suo patrimonio peculiare di racconti mitici che narrano le origini dell'universo, degli dei, dell'ordine sociale e offrono immagini a paure e domande ancestrali: la guerra è parte incancellabile del destino dell'umanità? Cosa ci spinge perennemente alla guerra invece che alla pace? Perché ci cacciamo e perseguitiamo l'un l'altro? Il canto della caduta cerca nuove immagini per antichi problemi e, attraverso il mito di Fanes, porta alla luce il racconto perduto di come eravamo, di quell'alternativa sociale auspicabile per il futuro dell'umanità che viene presentata sempre come un'utopia irrealizzabile. E che, forse, invece è già esistita.

IL CANTO DELLA CADUTA Liberamente ispirato al mito di Fanes

di e con Marta Cuscunà progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani assistente alla regia Marco Rogante progettazione video Andrea Pizzalis disegno luci Claudio “Poldo” Parrino disegno del suono Michele Braga partitura vocale Francesca Della Monica esecuzione dal vivo luci, audio e video Marco Rogante costruzioni metalliche Righi Franco Srl assistente alla realizzazione animatronica Filippo Raschi collaborazione al progetto Giacomo Raffaelli cura e organizzazione Etnorama amministrazione Laura Marinelli distribuzione Jean-François Mathieu co-produzione Centrale Fies | CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia | Teatro Stabile di Torino | São Luiz Teatro Municipal (Lisbona) in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas (Lisbona) residenze artistiche Centrale Fies, DialoghiResidenze delle arti performative a Villa Manin, São Luiz Teatro Municipal Lisbona, La Corte Ospitale con il contributo del Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto - Teatro Dimora/La Corte Ospitale” sponsor tecnici igus® innovazione con i tecnopolimeri; Marta s.r.l. forniture per l’industria si ringraziano Daniele Borghello, Cattivo Frank - Franco Brisighelli, Erika Castlunger, Ulrike Kindl, Andrea Macaluso, Alessandra Marocco, Famiglia Medioli Valle, Giuseppe Michelotti, Giuliana Musso, Bernardetta Nagler, Ioana Bucurean, Maria Chemello, Laura Rizzo, Stefania Santoni, Virginia Sommadossi fonti di pensiero e parole Kläre French-Wieser; Carol Gilligan; Ulrike Kindle; Giuliana Musso; Heinrich von Kleist; Christa Wolf Prima rappresentazione italiana 25 - 26 ottobre 2018, Teatro Palamostre, Udine Prima rappresentazione internazionale: 15 -16 febbraio 2019 , São Luiz Teatro Municipal, Lisbona Acquista